A N A T O M I A

S N E A K E R S

S T R U T T U R A

Quante volte ci siamo trovati a guardare la nostra nuova sneaker appena acquistata o quante volte ci siamo trovati a parlare di sneakers con amici e ci siamo chiesti: ma come diamine si chiama questa parte qui? A noi, personalmente, è successo molte volte ed è proprio questo il motivo per cui abbiamo deciso di scrivere questo articolo, sperando che possa esservi utile e possa essere un mini dizionario sull’anatomia delle sneakers.

La sneaker è scomponibile in diverse parti, ma la prima divisione che dobbiamo fare è quella tra la parte alta (upper) con quella bassa (lower).

Tra le due, la più semplice da analizzare è la bassa dove troviamo la suola (sole) che si divide in midsole, outer sole o outsole, cioè quella parte della suola che va a contatto con il suolo e che quindi si trova fuori — che in inglese si dice out — e inner sole o insole dove troviamo il plantare (plantar)

Passiamo ora alla parte più tosta e che prevede più scomposizioni, nomi e sezioni da ricordare: è il momento di analizzare l’upper della sneaker.

L’insieme di tutte le parti dell’upper che fanno da cornice al nostro piede si chiama tomaia (in inglese upper appunto). Questa può essere realizzata in diversi materiali naturali o sintetici ma il nome non cambia

Per motivi tecnici e per rendere tutto più comprensibile — anche se in questo caso le immagini ci saranno molto utili — andiamo a scomporre ulteriormente la nostra sneaker in zona anteriore e zona posteriore.

La zona posteriore si caratterizza per il Lining, cioè la fodera o il rivestimento che va a creare una sorta di cuscino che avvolge il tallone e l’Heel della sneaker che non è altro che il tallone esterno di quest’ultima. Chiudiamo la parte posteriore con il quarter (prima non ne conoscevo l’esistenza) che è la parte posteriore ai lati della tomaia la cui funzione è proteggere le caviglie.

Passiamo adesso alla sezione di una sneaker con più componenti, la parte anteriore — consideriamo come anteriore dal quarter in avanti.

Iniziamo da un componente già molto conosciuto, la linguetta o il tongue della sneaker. La linguetta è supportata in molti casi dai lacci o laces che vengono inseriti nei… “aspe come si chiama il buchino per mettere i lacci?” Eyestay o eyelet (eyestay è più usato per le sneakers mentre eyelet, che in italiano si traduce in occhiello è utilizzato per le scarpe classiche).

Sempre sulla linguetta c’è un’altra componente conosciuta di forma ma non di nome. Questa componente l’abbiamo imparata a conoscere con l’Air Force 1, e stiamo parlando del dubrae | Lacelock che possiamo tradurre in blocca lacci.

Il toe box e il tip proteggono la punta del piede e infatti la chiamiamo entrambi, in Italiano, punta o puntale — il toe box è più soggetto a usure da piegamento, i famosi crease. Il toe box, inoltre, può essere di vari materiali e molte volte, se è in pelle, viene traforato per migliorare ventilazione del piede — in molte sneakers la pelle viene sostituita da materiali più leggeri e traspiranti come il mesh o il primeknit.

Chiudiamo questo percorso con il mudguard, il “parafango” della nostra sneaker. Questa zona, infatti, in molte sneakers è realizzata in materiali più resistenti in quanto e la prima che tende: a sporcarsi.

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